Camera 102 – La mia metà.
Blog | 21 dicembre 2011
Lì: un qualsiasi luogo tra una camera d’hotel, una sala d’attesa
Data: uno qualsiasi degli ultimi
Caro me stesso,
ti ho trascurato da un po’ e mi dispiace ma voglio riallacciare i rapporti con te perché sento il bisogno di confidarmi con un’amico. Per molto tempo mi sono occupato solo delle abitudini quotidiane, anzi delle preoccupazioni. Azioni che l’anima non sente ma che il corpo esegue, scandendo le inutili ordinate ore. Che coincidenza però. Siamo alla fine dell’anno e sono qui a raccontarti quello che è successo come una specie di bilancio. Coincidenza appunto. Se penso al periodo anno su anno, come si usa fare al lavoro, potrei dire che era partito male. Se penso al solo periodo solare, direi lo stesso. Quindi, cosa importa del tempo? Il tempo è un bene prezioso, senti dire. Vero, ma a renderlo prezioso è il senso delle azioni che ci sono dentro. Attese comprese.
In questo non luogo di attesa ce n’è davvero tanta. Quella banale di un orario per il prossimo volo. Quella importante, quella per rivedere un volto importante alla fine di un viaggio. Se c’è un volto. Per raggiungere un gate attraversi sale, tunnel, scale e poi ancora tunnel e infine arrivi davanti a una porta. Attraversi quella porta, entri in un piccolo tunnel, una specie di stangate, rimani sospeso per un poco di tempo, ed esci poi attraverso un altro piccolo tunnel e una porta. A quel punto sei da solo, tu e la tua attesa. O finisce lì, oppure ti accompagna e ti rimane a fare compagnia.
Io ti ho tradito, è vero, ma so che tu non covi rancori. Certo mi avrai odiato appassionatamente, quando ti ho voltato le spalle, cedendo alle lusinghe di chi mi diceva che sarei stato protagonista nella recita più importante del mondo. Sei la mia metà, e con te ho vissuto questo anno che è stato tutto ma soprattutto inquieto come la mia natura.
E’ nato con poche verità e qualche speranza a gennaio, sta finendo a dicembre con qualche speranza in meno e qualche verità in più. Segnato da asperità e difficoltà ma sostenuto dalla volontà di andare avanti. Ma che cosa sarebbe un anno vissuto senza speranze e senza verità? Sarebbe una notte.
In questo non luogo di attesa ce n’è davvero tanta. Quella banale di un orario per il prossimo volo. Quella importante, quella per rivedere un volto importante alla fine di un viaggio. Se c’è un volto. Per raggiungere un gate attraversi sale, tunnel, scale e poi ancora tunnel e infine arrivi davanti a una porta. Attraversi quella porta, entri in un piccolo tunnel, una specie di stangate, rimani sospeso per un poco di tempo, ed esci poi attraverso un altro piccolo tunnel e una porta. A quel punto sei da solo, tu e la tua attesa. O finisce lì, oppure ti accompagna e ti rimane a fare compagnia.
Io ti ho tradito, è vero, ma so che tu non covi rancori. Certo mi avrai odiato appassionatamente, quando ti ho voltato le spalle, cedendo alle lusinghe di chi mi diceva che sarei stato protagonista nella recita più importante del mondo. Sei la mia metà, e con te ho vissuto questo anno che è stato tutto ma soprattutto inquieto come la mia natura.
E’ nato con poche verità e qualche speranza a gennaio, sta finendo a dicembre con qualche speranza in meno e qualche verità in più. Segnato da asperità e difficoltà ma sostenuto dalla volontà di andare avanti. Ma che cosa sarebbe un anno vissuto senza speranze e senza verità? Sarebbe una notte.
Una notte. Ma non una di quelle in cui non dormi e continui a pensare. Finirebbe per essere un anno di vita accessoria e non diventerebbe funzionale all’arrivare al traguardo.
Mi hai messo a disposizione le tue abilità, il tuo talento, ma rimani nell’ anonimato, dietro le mie spalle. Sei la mia ferrea regolarità senza senza subire passivamente il fascino della narrazione delle storie che incontro. Sei la mia disciplina che governa il gusto per inventare. Sei la mia ansia di arrivare, il mio innato piglio per riuscire. La passione per l’ascolto e per l’immagine si fondono in unica parola: vita. Tu sai che sapere cosa fare della vita, avere idee chiare, non significa partire dalla cima, anzi. Ma aiuta. E quello che sò, è che c’è bisogno di andare. Non perchè non ami le radici ma perchè sò che le radici mi possono dare l’energia per andare. Attraversare ambienti assolati e polverosi, fermarsi in posti isolati e grigi. Permettersi di lasciare sulle spine la fantasia per concedersi alla ragione. Una vita sconsacrata sarebbe, se non si esercitasse assiduamente l’ascolto dell’ emozione. L’anno appena passato è stato come se avessi incontrato una alta e bionda e io fossi basso e rotondo, completamente diversi. Caffè al mattino, birra da città alla sera. Per raccontarsi i successi e le delusioni, i pianti e le risate, le attese e le speranze, le strade e le stanze.
Mi hai messo a disposizione le tue abilità, il tuo talento, ma rimani nell’ anonimato, dietro le mie spalle. Sei la mia ferrea regolarità senza senza subire passivamente il fascino della narrazione delle storie che incontro. Sei la mia disciplina che governa il gusto per inventare. Sei la mia ansia di arrivare, il mio innato piglio per riuscire. La passione per l’ascolto e per l’immagine si fondono in unica parola: vita. Tu sai che sapere cosa fare della vita, avere idee chiare, non significa partire dalla cima, anzi. Ma aiuta. E quello che sò, è che c’è bisogno di andare. Non perchè non ami le radici ma perchè sò che le radici mi possono dare l’energia per andare. Attraversare ambienti assolati e polverosi, fermarsi in posti isolati e grigi. Permettersi di lasciare sulle spine la fantasia per concedersi alla ragione. Una vita sconsacrata sarebbe, se non si esercitasse assiduamente l’ascolto dell’ emozione. L’anno appena passato è stato come se avessi incontrato una alta e bionda e io fossi basso e rotondo, completamente diversi. Caffè al mattino, birra da città alla sera. Per raccontarsi i successi e le delusioni, i pianti e le risate, le attese e le speranze, le strade e le stanze.
Nel mio cuore c’è l’entusiasmo di un bambino, nella mia testa i pensieri di un uomo. Sarà una sfida ancora più esaltante da solo, perchè tu sai che non le concederò spazi. C’è un altro anno davanti, un anno per sognare, pianificare con scrupolo, cimentarsi con sfide di grandezza sovrannaturale, per rischiare tutto quello che ho raccolto, per essere catturato non solo dalla storia ma anche da tutto quello che c’è intorno.
A volte penso che non tornerai, ma tu…vienimi a cercare, voglio tornare quello che ero, voglio tornare per ricominciare. Hai davanti un altro viaggio e una città…
A volte penso che non tornerai, ma tu…vienimi a cercare, voglio tornare quello che ero, voglio tornare per ricominciare. Hai davanti un altro viaggio e una città…
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