Camera privata. Ti scriverò di ieri.

Blog  |  02 maggio 2014

pvt

 

Ho aperto gli occhi. Ogni cosa era al suo posto. La piccola Moleskine, la matita e il cellulare erano accanto alla lampada sul comodino. L’orologio abbandonato durante la notte, era sulle coperte. Il computer, pure. Il libro con la bustina di zucchero poco più in là. Davanti a me l’armadio che al centro ha mensole di vetro e specchi a vista, ma come si fa a mettere mensole a vetro e specchi a vista in un armadio? Sulla destra la finestra che lasciava trapelare i suoni del traffico e i rumori della pioggia. Non era cambiato niente dalla notte precedente, eppure… Nei primi dieci minuti di osservazione mi sono comportato sempre allo stesso modo. Ho cominciato a pensarti. Mi ci sono poi voluti altri dieci minuti per realizzare che ogni volta che cercavo di cambiare argomento di pensiero, tornavo a te perché non avevo più nulla da dire. Perché? E quando finirà tutto questo? Ce la farò ad aspettare martedì prossimo? Quali cose devo togliere da questa camera che non hanno importanza? Apro prima la finestra o ti telefono? Non sono in gradi di rispondere a queste domande. Ti scriverò di ieri.



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