Camera 449 – The dark side of the room.

Blog  |  21 maggio 2014

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Bologna, 19 maggio 2014

Qui l’orizzonte è estremamente spoglio, il cielo è nero come la pece, la luce è molto chiara, brillante, e il contrasto tra il soffitto e la luce disegna una linea nera e marcata. China.

Qui ho incontrato le tue parole, Giulia. Parole che evocano l’ignoto, l’inconoscibile. Qui c’era il tuo corpo e io. Un io ad averlo visto con i propri occhi. Un corpo misterioso e leggendario. Sei andata via stamane, alle 4:46. E indietro non si torna. Se non ti avessi detto quelle parole, se non ti dicessi queste cose, tu non avresti mai conosciuto la profondità dei miei pensieri e dei miei sentimenti. Io sono così. Troppe cose considerate importanti del nostro viaggio, sono oggi solo narrazione. Un libro, un racconto. Si vive in bilico su un’immagine che resta l’unica cosa reale. Non si vive più in quelle parole appena sussurrate che accompagnavano i movimenti di quelle giornate. Il vento non soffia nel lato oscuro della camera. Immobile, senza respirare, scegli di non muoverti per non cadere. Scegli di restare nella luce di Parigi che degrada, scegli di vivere nello spazio senza ossigeno di un volo intercontinentale, scegli di viaggiare nella distanza di un freddo silenzio, scegli il tempo degli attimi non colti, scegli di non catturare gli eventi che ti orbitano intorno. The dark side of the room.



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