Camera privata – Care Mamme.

Blog  |  06 settembre 2013

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Care Mamme,
chi vi scrive è il vostro Francesco. Vi sto scrivendo come mi sarebbe piaciuto che l’aveste fatto voi. Mi sarebbe piaciuto per quella fame di verità e conoscenza che mi avete trasmesso. La notizia di essere stato adottato sin dalla prima infanzia, ed essere cresciuto ignaro di tutto, è arrivata pochi giorni fa. E’ arrivata nonostante gli sforzi fatti per nasconderla. E’ arrivata nel modo più moderno e discusso che abbiamo: via Facebook. E’ arrivata in un caldo pomeriggio di settembre, esattamente come arrivai io quarantasette anni prima.

Vi scrivo, dopo che ho saputo, per dirvi che sento di avere due cuori, diversi ma profondamente miei. Non mi sono sentito abbandonato. Non mi sono sentito poco amato. E’ strano nascere una seconda volta, così, improvvisamente, senza volerlo. E ora, giorno dopo giorno, sento crescere dentro quella voglia di sapere che non riesco più a mandar via.

A te Mamma che mi hai messo al mondo, vorrei farti vedere come e dove sono cresciuto. Anche se imprudentemente mi hai generato, vorrei ringraziarti per la vita che mi hai regalato. Sapendo che non avresti potuto essermi accanto come volevi, mi hai reso l’uomo con la valigia sin dai primi giorni. Sono stato lontano dal palazzo dove hai vissuto, ma se alla fine ho saputo di te, è perché mi hai tenuta vicino nel palazzo del tuo cuore. So che a nulla serve pensare a come sarebbe stato poter parlare, discutere, crescere con te. Perché qualcosa di te mi è arrivato comunque.

A te Mamma che mi hai cresciuto, vorrei dire grazie ancora una volta, ancora più forte, per quello che hai fatto. Ho vissuto accanto a te fino ai tuoi ultimi giorni e mi hai aiutato a costruire i miei progetti. Vorrei farti tante domande, pur sapendo che risponderesti con quel sorriso appena accennato negli occhi. Quegli stessi occhi che si spegnevano un poco, quando per scherzare qualcuno ti chiedeva: “ma sicuro che è figlio tuo?” Tanto apparivo diverso dal tuo mondo.

Ed ora tutto mi sembra avere un senso. Un senso se sono cresciuto così, se non ho paura di stare da solo, se riesco a cadere e rialzarmi, se non ho paure, se cammino tra le macerie guardando avanti. Vi voglio sempre vicino perché, senza saperlo, per merito vostro, quando qualcuno mi dà una carezza o mi dice ti voglio bene, la mia voce si spegne, lo sguardo si perde e il silenzio mi rende sordo. Adesso vorrei che tornaste, almeno per un poco. Ho una vita normale, non mi manca nulla, ma mi mancate tanto.



Commenti

2 commenti

  1. A volte le persone speciali hanno destini speciali, uomo con la valigia.
    Hai considerato il fatto che questo sia accaduto quando hai finalmente posato quella valigia?
    Un abbraccio.

    Silvio
    7 settembre 2013 h 02:54
  2. tu sei un uomo speciale e anche fortunato ♥

    Manu
    7 settembre 2013 h 11:42





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