Camera privata – Mia cara.

Blog  |  06 agosto 2013

Mia cara,

ho frugato nelle parole delle nostre conversazioni, incuriosito prima, attratto poi, parola dietro parola. Ho frugato in quel viaggio che è l’insieme delle nostre conversazioni. Una lettura fatta con calma, in compagnia di quella piccola matita, per sottolineare, per rammentare, una coincidenza, un principio, una conferma. A volte ho avuto l’idea che non fosse un dialogo, ma che scrivessi all’autrice. Tu scrittrice, io lettore. Ho ripercorso i nostri viaggi per mare e per terra, tracciando le linee delle emozioni che ciascuno di noi ha lasciato come tracce. E non ho sottolineato le tue parole, ma i tuoi spazi vuoti, le tue pause. E’ stato un modo per rinnovare il mio debito con te, per l’emozione della lettura di un romanzo di un’autrice a me sconosciuta fino al nostro primo incontro. Mi hai incatenato alle parole del tuo inseguimento per la leggerezza mentre sottolinei la durezza delle giornate. Mi hai sorpreso raccontandomi dell’attrazione e la paura e il piacere che si ricava dal corpo. Mi hai appassionato nell’inseguimento di una pulsione mentale. Il tuo sguardo accarezza la vita e si sofferma sul sonno che solo un amore vero e profondo riesce a donare. La tua scrittura risoluta e semplice mi aiuta a illuminare il tuo volto. E m’illumina. Quando il pensiero fissa il suo sguardo sulla bellezza. Ti rendi conto? Io avrei continuato a vivere nel dormiveglia se non ti avessi incontrata. Mi sono persuaso, molto opportunamente, che si capisce dalle piccole parole i grandi gesti di cui sei capace. Questi i pensieri mia cara che vanno da un inquieto ad un’autrice. Poi. Il silenzio soffoca il rumore. E provo un’emozione invece di pensare. E comunque anche fossi o non fossi tu autrice, per te stessa egualmente ti leggerei.