Camera privata – Digiuno!

Blog  |  20 agosto 2013

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Non è proprio finita. L’estate intendo, ma si avvia alla conclusione e allora siccome mi piace sempre essere avanti, scrivo già i commenti conclusivi. Poi se accadesse un colpo di scena, da far ricordare l’urlo di Mike Bongiorno, prometto che tornerò per un post scriptum. L’ultima volta che l’estate regalò a me un colpo di scena favoloso era il millenovecentosessantasei. Ma quel colpo di scena oggi non è ripetibile.

Dunque, quindi io tengo molto all’estate, mi aspetto sempre un sacco di cose, belle si capisce. Per quest’anno, come suggerivano gli oroscopi tutti, mi aspettavo di incontrare una donna che avesse preciso preciso lo sguardo e l’espressione di Katie Molosky davanti a Hubbell Gardiner quando nei primi minuti di Come eravamo lo incontra al Morocco. Ma io e Hubbell abbiamo in comune solo la passione per i Ray Ban che, per inciso, a lui stanno superbamente, a me scendono sulle gote appese del viso. Risultato: ad oggi nessuno sguardo è stato segnalato in zona, e io mio sento l’unico esemplare della specie Vergine che non è stato guardato.

Ho scritto allo zodiaco ma anche lui non ha risposto. Poi mi arriva una telefonata che mi spiega che l’estate della Vergine è quella dell’emicrania australe. E me lo dici adesso, dopo che mi sono deciso a entrare in azione! E dopo 135 messaggi di whatsapp, 212 email e 192 like su facebook non ho cavato neanche un appuntamento con il barbiere.

Mi sono quindi analizzato e ho capito perché non è andata bene. Il titolo di studio mi impedisce di fare l’affascinante uomo colto, per inadeguata preparazione fisica non sono un attraente uomo maturo, non ho il ritmo di Tony Pagoda e  non sono nemmeno capace di vestirmi come Julian Key in American Gigolò. Mi è rimasta la carta del gin tonic, unica cosa in comune con il mondano Jep Gambardella. Ma io vivo in una specie di bilocale, non ho terrazza e non sono mondano. E nemmeno montano.

Così sono rimasto in compagnia del libro. Il libro è il più fedele amico dell’uomo come il diamante lo è per la donna. E allora mi sono riempito di parole. Le parole sono importanti, lo diceva pure Moretti che ha compiuto ieri 60 anni. Ma io, modestamente, ho pensato al singolare. La parola è importante. La parola come dialogo, chiacchierata, scambio di idee, commenti, opinioni. La parola come voglia di condividere. Ma non condividere sui social network, quello secondo me è pubblicare. Anche se, come me, hai solo cinquantasei contatti. Condividere significa uno a uno, perché scelgo le parole, le immagini, le musiche, le cose che sono importanti per me, da me a te. Scelte partendo dalla partecipazione con cui ti ascolto. Perché ti dedico del tempo. Lo so, ti sembra esagerato, ti spaventa, ti fa pensare. Io lo faccio naturalmente. E non ci troveremo.

L’estate sta finendo e non posso dire che sono stati giorni senza ricordi perchè giorni tutti uguali. Circa una volta a settimana m’è venuto il solito dubbio di essere oscuro, a tratti noioso e superfluo. Poi vedendo che nella lista dei partecipanti non c’ero, io dubbio lasciava spazio alla certezza.

Arriva settembre tra poco, mese importantissimo, fondamentale, unico. Dicono che settembre sia il capodanno dei milanesi. Di certo è il mio capodanno, e chi mi conosce bene, sa il perché. Allora è tempo di nuovi propositi, di programmi e di nuove azioni. Cosa farò per prima? Digiuno!

 



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