La rivista.

Blog  |  15 aprile 2013

No, non c’ero mai stato in un posto come quello. Lei ha fatto cominciare tutto! L’ho vista, curatissima, patinata, gran lusso. Parole che occhieggiavano, tentavano. In un batter d’occhi ero in trappola. Ho cercato di resistere, ma è stato più forte di me: la desideravo, e l’ho avuta, con una voglia e una passione mai provate prima. Adesso, subito, non dopo, non forse. I colori erano sobri e giusti. Le primlettere divertenti e esilaranti. Potevo fermarmi? La sfogliavo con avidità, la mente sempre più affamata. Il suo stile incendiava la fantasia, la trama dei suoi racconti avvolgente. Cresceva l’eccitazione ed ero profondamente curioso di un finale. Pagina dopo pagina si alternava fantasia e divertimento, arguzia e saggezza. Un bel esprit. Ero preso dalla avvincente lettura e sfogliavo le pagine con lo sguardo rivolto ai segni. E’ stato così che è successo. Mentre sfogliavo, con un gesto che oggi posso dire superficiale, una pagina si è infilata tra le dita, esattamente tra quel lembo di pelle che unisce pollice e indice, provocando un sottile, invisibile ma deciso taglio. Non di quelli che provoca sangue. Non di quelli che ti portano a correre in bagno sotto il getto d’acqua fredda. Di quelli che ti portano la ferita alla bocca, in un gesto che sa d’infanzia. Pur di continuare a leggere, ad avere la mente rivolta altrove. A quelle affinità che sembrano fatte di carne e sangue. Ma la sorpresa è stata il giorno dopo. Allora mi sono reso conto di quanto bruciasse quel piccolo e quasi dimenticato taglio. Fa male, senza se e senza ma. Il male fisico, quello che impedisce i movimenti che fino a un momento prima facevo automaticamente. Come il respiro. Il male psicologico, la paura di toccare di nuovo le pagine. La paura di sfogliarle come prima. Alcuni dicono che bisogna riprendere subito, come nulla fosse. Già. Intanto bisogna che mi avvicini di nuovo, che senta quella sensazione di prima, la voglia irrefrenabile. Il piacere è rimasto intatto, lo so. La curiosità pure. Ma adesso vengono filtrati dalla paura. Paura di tagliarsi di nuovo. Cazzo se lo so, è così. Allora sono qui, pensando che forse la pagina dopo l’urto con la mia pelle possa essere un poco più morbida. Oppure che non tutte le pagine sono così taglienti. Per stasera però, non leggo più.



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