Camera 301 – Appuntamento al buio.

Blog  |  05 novembre 2012

Castelnuovo del Garda, 5 novembre 2012

Un caso che si incastra nella mia breve storia degli ultimi dodici anni. Sei il caso portata da una ricerca nel web. Una ricerca di corsa nella corsa che è la vita. Attento a non cadere, finisco che d’imporvviso, da un giorno all’ altro, non corro più. Ho smesso di fumare troppo tardi per la salute e troppo presto per le forti emozioni. Cadendo. Anche stavolta c’è il lago, ma non sembra lo stesso lago. Quest’acqua ferma da cui fuggo mi insegue e mi circonda. Vorrei sapere di più di te. Un’arsura di conoscenza che diventa insostenbile. Il nome, si. La foto, anche. Ma non è proprio chiara, grande. Allora altre ricerche. Leggere tutte le parole che ti descrivono. Osservare tutte le immagini che parlano di te. Immaginarti. Da sola, nel tuo ambiente, nel tuo mondo. Chi frequenti? Chi ti scrive? Chi c’è stato prima di me? E quanti? Ti hanno trattata male? Chi è rimasto più a lungo con te? Dentro di te? Un contatto. Una mail, una telefonata. Poi la decisione: ci incontriamo. A decisione presa cresce la febbre della curiosità. Un’ansia che abbiamo sempre negato ma poi è sempre stata presente. Ognuno di noi si è addormentato nel suo sogno, quel giorno verrà. Oppure no? Come accadde quella volta che un click passammo d’istante all’incontro mancato? Mi sveglio, mancano circa dieci ore. Con calma inizio a viaggiare in queste ore che mi separano da te. Ci penso, guido, non penso, telefono, bevo un caffè, scrivo, rispondo, parlo, guido ancora, un caffè ancora. Manca poco, osservo la strada, cerco di memorizzare ogni dettaglio. Un albero, una casa, un negozio: quanto sono lontani da te? Un incrocio, una svolta, un’imporvvisa apertura. L’edificio. Com’è diverso da come l’avevo immaginato. No, aspetta, riconosco questo angolo. Mi fermo, parcheggio. Esco dall’auto, mi avvio. Entro e incrocio sguardi. E’ il tuo? No. Un saluto cortese, vado avanti. Sembra tutto buio, ma forse è la mia mente che concentra tutta la luce dei miei occhi per cercarti. La testa si muove, destra, sinistra e ancora destra. Poi, come tutte le volte, appari all’improvviso. E’ sempre dannatamente emozionatamente diverso eppure uguale. Mi fermo un istante. O forse un minuto. Mi avvicino. Un altro click, reale stavolta, ti tocco. Bentrovata cara 301.



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