Camera 211 – Il significato

Blog  |  05 ottobre 2012

Milano, 5 ottobre 2012 ore 1:45

Viaggiare per molte persone, è spesso “il viaggio di una vita.” Per quanto oggi siano molto più favorevoli le condizioni per viaggiare rispetto al passato, per molte ancora, è l’unica volta che si trovano in una parte completamente diversa dalla loro casa. Non sentono la loro lingua, non mangiano i loro cibi preferiti. Si guardano intorno, sono spaesati, fuori posto, poi a volte dicono che sono gli altri fuori posto. Può essere un’esperienza divertente o sconcertante, ma è sempre unica e diversa per ogni persona. Per alcune altre persone è naturale, per altre rappresenta una vera sfida con sé stessi. Si fanno cose mai fatte prima, cose che non avresti mai pensato di fare, o si ripetono le stesse cose di casa, ma in fondo quel che è importante, è trovare un significato in ogni viaggio. Siamo noi a decidere da dove il significato viene durante il nostro viaggio. Questo è il bello del viaggio e della nostra natura individuale: si arriva a decidere ciò che è importante per noi, e quello che ci piace. Per alcuni, è nella cultura, per altri nella cucina, per altri ancora nell’ incontrare nuove persone. Pensare in fondo è un modo di viaggiare. Viaggiare con la mente nella propria mente. Come ci sono persone che si muovono naturalmente, senza particolari difficoltà, ci sono persone che pensano senza difficoltà, hanno una mente in continuo movimento. Io sono una di queste. Una intensa attività di intelletto, con pensiero riflessivo e dal tragitto molto corto verso l’azione. Ho una curiosità che mi rende ricettivo ad ogni stimolo, e che mi guida verso soluzioni e significati personali. Sono una persona che pensa di continuo e mi misuro con il mondo circostante e pensante con la forza delle mie idee. Sempre funzionale e vivace. Il mio cervello ha bisogno continuo di stimoli così come ho bisogno di aria per respirare. E quando il cervello non trova stimoli esterni, comincia a metabolizzare se stesso, ri-elabora se stesso, il pensiero del pensiero. Se il viaggiare è il movimento del corpo, il pensare è il movimento della mente. E per entrambi io non ho soluzione di continuità. Ci sono tante persone che dicono “la prossima volta, la prossima volta”. Ma poi, per ragioni diverse, tutte singolarmente valide, “la prossima volta” non è c’è mai stata, non c’è e non ci sarà. Viaggiando spesso si confonde il paesaggio con l’ambiente naturale, magari definendo l’ambiente naturale come migliore di quello umano. Invece a me interessa il paesaggio, ovvero l’incontro tra l’arte della natura e l’opera dell’uomo. Allo stesso modo nel pensiero. Ti osservo, ti ascolto e cerco di conosce e capire il tuo paesaggio. Quell’incontro tra la persona nata e la persona cresciuta. Perchè è quel paesaggio che rappresenta il tuo patrimonio, la tua ricchezza, la tua identità, quello che mi fa dire: mi piaci. Per questa ragione non mi spaventa la tua ira, non scappo davanti alla tua rabbia, non mi abbatte il tuo silenzio, non mi addolora la tua assenza. Perchè so che verrà il momento delle parole, perchè rideremo per un errore, perchè aspetteremo con pazienza, perchè invecchieremo con saggezza. Nel tuo prossimo viaggio, assicurati che starai vedendo tutto quello che puoi, ma osserva ciò che importa a te. Vedi e visita le cose che possono avere un significato speciale. Forse questo ti aiuterà a trovare il tuo significato anche a casa. Forse ti aiuterà a riconoscermi.



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