Camera 206 – Il viaggio

Blog  |  04 giugno 2010

L’alba sta arrivando e intorno c’è silenzio. Odori, rumori, colori della notte prima non ci sono più. Tra poche ore altri odori, rumori e colori prenderanno posto. Anche per i sensi c’è questa sospensione: non più quelli prima, non ancora quelli di dopo. Allora non resta che aspettare immobili in questa camera.
E’ stata una giornata intensa ieri. Ripenso alla sveglia alle sei, mettendomi in marcia alle sette.
Piccole pause, qualche caffè, poche parole. Rispetto le tue abitudini in modo da non offendere i tuoi spazi. Non mi considero portatore di stile. Sono solo uno pronto ad ascoltare con orecchie nuove, a vedere con occhi nuovi tutto quello che sembrava già previsto.
Le nuvole cariche di pioggia. Le mucche nei prati verdi tra le montagne. Le case costruite su rocce isolate. Qualche vibrazione del telefono per un messaggio. Una cosa è certa: non c’è spazio per la noia.
Lungo la strada tutto sembra che corre veloce. Noi lenti, lentissimi. Con un totale disagio per essere così vicini, così lontani. La meta la potremmo raggiungere in poco tempo e in modo emozionalmente confortevole. Ma la mia mente si rifiuta di accettare questa logica. Come disse un vecchio nomade incontrato anni fa: “il bello di chi va piano è che non trova mai nessuno da superare e così vive più tranquillo.”
Lasciamo le montagne per perderci in questi lunghi rettilinei in pianura. Il paesaggio offre ancor meno tracce di relazioni umane e mi sembra che ben rappresenti questo nostro dialogo.
Fa freddo, sempre più freddo. E’ difficile capire. Mi guardo intorno, case con pareti crollate insieme alle storie di chi ci abitava. Vorrei fermarmi per capire cosa stai pensando. Ma sparisci di nuovo, portando con te i tuoi silenzi. L’importante è andare, non fermarsi. Dopo alcune ore torni con una domanda. Come se non avessimo fatto tutta questa strada insieme. Riprendendo esattamente il cammino da quel punto distante centinaia di kilometri e ore. Anche solo per questa domanda vale la pena viaggiare con te.
Improvvisamente un suono, uno squillo. Sono le sei, è di nuovo ora di andare.



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